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30-9-2011 Roma (RM) – Esageratamente "Abruzzo di sera"

Partiamo dalla fine quando, uscendo da un chiostro strapieno come non si era mai visto nella sua storia secolare, troviamo in attesa di poter entrare “una fila peggio che alla prima di Harry Potter”, così come raccontato da Marco di Riserva Grande sul gruppo. Comprensibili quindi le critiche mosse anche da Andrea sul suo post in “Degustazioni a Grappoli” e preannunciate sul  gruppo: “caotica”, “piccola e stra-affollata”, “qualche vino top oltre ai vini base?”, “quando accanto sento gente che chiede un bianco / un rosso mi si addrizzano i capelli”.
Questa premessa però non deve trarre in inganno in quanto si deve obbligatoriamente contestualizzare agli obiettivi che si erano prefissati gli organizzatori, che non erano certamente quello di entusiasmare ricercati sommelier, ma promuovere attraverso i loro vini, i loro oli, l’intera regione Abruzzo. Per il Consorzio Vini d’Abruzzo non solo pensiamo sia stato un successo, ma addirittura un successo esagerato ed  inaspettato. Non andrebbe neanche sottovalutato il fatto che, almeno in alcuni casi, sia stato possibile far associare al pubblico presente quel bianco e quel rosso, al “Pecorino” e al “Montepulciano d’Abruzzo”. 
In ottica propositiva, a nostro avviso, la miglioria necessaria per un 'eventuale seconda edizione è l'apertura nel primo pomeriggio riservata ai soli operatori del settore con la possibilità da parte del produttore di presentare anche i suoi vini di maggior prestigio. Per "un aperitivo fuori dal comune" o per  "un after dinner carico di fascino", così come d'altronde presentato sul depliant, riteniamo che i vini base possano anche andare.


Passiamo al consueto racconto: in questa circostanza arriviamo nell’atrio del bellissimo Chiostro del Bramante quando i produttori stanno ancora scaricando da un paio di camioncini i loro cartoni con i vini che saranno presenti in degustazione. Operazione non delle più semplici, in quanto per far ciò viene bloccata la piccola strada adiacente il chiostro suscitando le ire di chi si ritrova a passare su quella viuzza tanto da scatenare un piccolo accenno di rissa. Entriamo all’interno osservando i preparativi per l’allestimento della serata, conosciamo Tania che rincontreremo in abito folkloristico a servirci il piatto della tipica pasta “alla pecorara” rigorosamente fatta a mano e peraltro molto buona.


Salendo nel loggiato superiore troviamo a gozzovigliare i produttori delle aziende di Oli associate al consorzio Dop Aprutino Pescarese e alla cooperativa Confrantoiani e apprezziamo il loro invito ad unirci al banchetto improvvisato.


Il tempo di essere raggiunti prima da Pasquale e poi da Andrea e la degustazione ha inizio con impeccabile puntualità. E' subito chiaro che dovremmo sbrigarci per approfittare dei primi assaggi in un contesto ancora di relativa tranquillità e la prima azienda puntata è la Marramiero. Per i bianchi andiamo a degustare l’Anima, un Trebbiano 2010,con buona sapidità, ma non molto elegante. Per i rossi, l’Inferi Montepulciano d’Abruzzo, vino molto aggressivo, probabilmente troppo giovane per giudicarlo. Ritornando agli appunti iniziali spiace  in fase degustativa non poter procedere con una giusta scaletta, ma d’altronde in questi casi sarebbe impossibile e ci limitiamo ad avvinare in continuazione il nostro calice. 


Molto apprezzati i vini della simpatica famiglia d’Onofrio titolari dell’azienda “La cascina del colle”. In fase degustativa dei loro prodotti (Aimè-Pecorino, Nazario-Passerina, Mammut-Montepulciano d’Abruzzo) scopriamo che il loro enologo è Vittorio Festa il cui lavoro era da noi già stato apprezzato in precedenti circostanze. Pasquale troverà anche l’occasione di salutarlo telefonicamente attraverso una chiamata effettuata lì per lì dal produttore stesso.
D’obbligo infine indicare in Masciarelli l’azienda che ci ha permesso di assaggiare dei vini dalla discreta eleganza e pulizia: incantevole il Trebbiano, intenso e ben strutturato il Montepulciano Marina Cvetic del 2007.
Tralasciamo i vini che in questo caso non ci hanno fornito particolare emozioni rammaricandoci che alla richiesta dei vini maggiormente quotati, la cui lista era stata appositamente stilata da Pasquale, ci vediamo rispondere costantemente con un “ci spiace ma non l’abbiamo portato”. Emblematico da questo punto di vista il passaggio al banco di Cataldi Madonna: ci sorprendiamo nel vedere sul tavolo tappi in silicone e la signora presente ci tiene a sottolineare che riguarda solo i prodotti della fascia bassa nella loro gamma, ma che i loro vini di punta (quelli che sono rimasti in cantina ci verrebbe da aggiungere) sono tappati in sughero. Ecco questo tipo di presentazione per un’azienda andrebbe evitato.


E’ giusto non trascurare anche la partecipazione delle aziende di Oli, di cui ricorderemo: le estroverse  sorelle Tonini che ci hanno accolto con simpatia nel loro banco dell’Azienda Agricola Mapei per farci assaggiare il loro olio e mostrarci con orgoglio delle saponette con esso realizzate; 

l’intenso olio di Ranieri che giunge al naso con una fin troppa potenza; l’omaggio di una piccola bottiglia d’olio del casareccio e gentile rappresentante del Frantoio dei Colli dell'Oleificio La Pietra.

A conclusione di questo racconto, volendoci ricollegare anche al discorso iniziale, è stato un piacere inaspettato incontrare la giovane Valentina, conoscenza acquisita in altri ambiti, che non sapevamo seguisse le nostre iniziative. Si presenta con il suo fidanzato, il quale grazie anche ad occasioni come queste, ha deciso di iscriversi al corso di sommelier dell’AIS. Non possiamo sapere se il loro interesse per il mondovino sarà duraturo, se si tradurrà in vera passione, ma simpatizziamo nel vedere il movimento crescere anche quando questo succede con qualche esagerazione.

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