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18-2-2012 Firenze (FI) – L'impegno del Consorzio Vino Chianti per la sua prima Anteprima

In fase di organizzazione per una piccola trasferta toscana per il periodo delle Anteprime toscane riceviamo il gentile invito da parte di Lucia Boarini, conosciuta durante la presentazione dei vini dell’ontario all’ambasciata canadese. L’occasione è la prima Anteprima del Consorzio Vino Chianti che, arrivando nel momento giusto e nel posto giusto, accettiamo volentieri. Le precise comunicazioni di Lucia ci permettono di arrivare all’appuntamento senza nessuna preoccupazione.

La location dell’evento è in pieno centro a Firenze, nelle eleganti sale di Palazzo Borghese dove al nostro arrivo tutto è già in perfetto ordine in attesa dell’arrivo degli ospiti e giornalisti, tra i quali un gruppo della stampa estera.
Conoscendo le titubanze, in alcuni casi veri e propri pregiudizi nei confronti dell’intera Chianti Valley, si resta stupiti di  incontrare molti volti a noi noti, spesso critici, ma questa volta presenti per curiosità o nella speranza di trovare degli spunti d’interesse per eventuali prospettive future.
A capo della conferenza stampa è il presidente Giovanni Busi, che presenta il consorzio di un territorio che produce un totale di ben 800mila ettolitri/anno.
Con orgoglio fa presente che nell’ultimo periodo di crisi hanno avuto un 40% circa di aumento dei prezzi di vendita. Come farà notare successivamente Carlo Macchi è obbligatorio precisare che l’aumento parte da una base di soli 0,7 euro/litro per lo sfuso. Aver appena superato l’euro è quindi ancora una magra soddisfazione.
Se è vero che la diminuzione del prezzo porta anche ad una diminuzione della qualità, diventa chiaro a tutti quanto sia necessario proseguire questo cambiamento di rotta, mantenendo il focus sulla necessità di riportare i prezzi ad un livello tale da garantire una vita dignitosa ai tanti vignaioli che operano sul vasto territorio.
Con l’ausilio anche di fondi regionali si sta procedendo a reimpiantare molti vigneti, con l’obiettivo di ottenere Sangiovesi più morbidi e quindi maggiormente apprezzati dal mercato odierno.
Sul palco ad accompagnare il presidente troviamo Marco Sabelli, curatore della guida del Gambero Rosso ed Ernesto Gentili curatore della guida dell’Espresso.
Marco Sabelli punta sulla necessità di avere vini freschi, sapidi e croccanti. Aumentarne la qualità, ma ritenendo fondamentale che il Chianti continui ad essere considerato un vino alla portata di tutti.
Ernesto Gentili si complimenta con la nuova classe dirigente già soltanto per aver creato questo evento, a suo dire necessario rappresentando più della metà delle etichette toscane. E’ fondamentale dal suo punto di vista avere ambizione e raggiungere a poco a poco quella redditività auspicata, attraverso vini che riescano sempre a sorprendere facendosi riconoscere nei tratti comuni, ma mantenendo ognuno di loro piccole unicità.
Appare chiaro che tutti i buoni presupposti si scontrano con una realtà troppo grande, che parte dalla provincia di Arezzo per arrivare fino a  quella di Pisa. L’offerta raggiunge numeri elevatissimi con realtà imprenditoriali estremamente eterogenee e per questo di non facile gestione.
Sono proprio questi i punti che nel corso della conferenza stampa sono stati dibattuti tramite le domande condotte dalla giovane giornalista Monica Giandotti dietro l’attenta e non invadente supervisione di Lucia Boarini bravissima nel gestire al meglio i vari punti caldi.
Dalla sala:
Ian D’agata (New wine Journal) invoca un nuovo modello di comunicazione per il Chianti;
Egle Pagano (Secolo X.IX)  si domanda se ci sia la possibilità per il Chianti di far tendenza come è stato nel passato recente per i vini siciliani o attualmente per il prosecco;
Riccardo Margheri (Guida Vini Buoni d’Italia), a nostro avviso con l’intervento più azzeccato, si chiede se sia veramente il caso di presentare al mercato il Chianti come un vino semplicemente beverino, con il rischio che tale strategia alla lunga si riveli un boomerang dando un’immagine negativa;
i rappresentanti della stampa estera esprimono invece perplessità riguardo la confusione che spesso si ha tra le varie denominazioni ed i relativi prezzi.
Personalmente crediamo nella necessità che ogni singola azienda, con umiltà lotti per ottenere il meglio dal proprio territorio, convinti che il lavoro svolto con serietà e con basi ideali positive alla fine possano permettere di ottenere risultati apprezzabili.
A tal proposito nel nostro giro tra i vari banchi di assaggio ci fa piacere segnalare l’azienda Poggiotondo, che porta avanti pratiche a basso impatto sull’ambiente puntando orgogliosamente sull’Agricoltura Biodinamica.
Passando invece verso un’azienda di ben altre dimensioni incontriamo l’azienda Lanciola, rappresentata dalla simpatica titolare Elisa Dabizzi Guarnieri che avremo il piacere di rincontrare durante l’anteprima del Chianti Classico.
Concludiamo la serata con una cena a buffet, con la fortuna di avere al nostro tavolo l’affascinante Lucia Boarini già sopra citata, Marina Malenchini brillante presidente del Consorzio Chianti Colli Fiorentini e l’amico Enrico dell’Enoclub Siena.

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