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21-2-2014 Roma (RM) - "Luce della Vite"...e della consapevolezza del gusto

Ero alla Stazione Leopolda, per la Collection del Chianti Classico quando il Gourmet Errante Pasquale Pace mi propone una serata che l’azienda “Luce della vite” del Marchese Frescobaldi organizzerà solo due giorni dopo a Il Convivio di Troiani. Ammetto colpevolmente di non aver mai approfondito la conoscenza di tali vini e questa è un’occasione a cui non si può rinunciare. Mi spiace aver perso la verticale storica di ben 20 annate, che si è svolta nel pomeriggio prima della cena, ma l’ho potuta seguire tramite il puntuale “live” su twitter. Tutto questo non ha fatto che aumentare l’attesa per la serata. Primi ad arrivare dal Cavalieri Hilton, dove appunto si è svolta la verticale, sono stati proprio Lamberto Frescobaldi insieme a Sergio di Loreto, direttore marketing dell’azienda. Incrociarsi così all’ingresso del locale, in modalità molto informale, ha permesso di rompere subito il ghiaccio entrando subito nel clima amichevole della serata. Ci sta un nascente nuovo governo, con i ministri da pochi minuti nominati, a diventare un interessante argomento parallelo per il corso della serata.


Vedendo la tavolata a noi riservata, fa piacere scoprire che non sarà una presentazione classica con inutili formalismi, ma si degusteranno i vini ottimamente accompagnati dai prelibati piatti preparati e presentati dalla famiglia Troiani, alla presenza di amici come Ian D’agata (Guida ai Migliori Vini d’Italia), Fabio Ciarla (PrimaPress) e Luciana Squadrilli (ex Gambero Rosso e giornalista free lance). 


Venendo al dunque cerco di comprendere, io amante del sangiovese muscolare e scalpitante, come approcciarsi a tali vini. Resto un po’ spiazzato quando alla mia domanda, sul cambiamento del mercato a favore della rivalutazione del Sangiovese, Sergio di Loreto risponde con convinzione che il mercato è andato sulla loro stessa direzione. Non sono intervenuti nella produzione considerando che già facevano un vino paradossalmente austero. Mi trovo perfettamente in linea anche con il Marchese Frescobaldi quando sostiene che i pregiudizi vanno combattuti insieme ai tanti luoghi comuni. Dice giustamente che troppo spesso ci si abitua a dei gusti e si è convinti di stare nel giusto, rifiutandosi di guardare oltre il proprio circondario. La piena sintonia sull’approccio da avere con il vino fa crescere in me l’aspettativa e questo forse sarà un guaio. Con tutta sincerità, mi pare subito evidente già dal giudizio sul Cicinis Sauvignon blanc di Attems, altra azienda acquisita dal gruppo, che il mio gusto non è in linea con i miei illustri commensali. Non giova di certo il fatto di assaggiare nuove annate di Luce, considerando che anche la più vecchia annata 2000 presenta quelle medesime caratteristiche di estrema morbidezza e di rotondità molto lontani dal mio ideale. Nota distinguibile anche nel Brunello, ultimo vino degustato, che in teoria più degli altri doveva essere affine ai miei gusti.


Non credo ci si debba crucciare, la soggettività è un elemento che caratterizza fortunatamente l’essere umano, l’importante è averne la "consapevolezza". Discorso che spesso mi capita di affrontare con Luca Missori di Wine Mining quando presenta i risultati delle sue degustazioni alla cieca. Non mi sorprenderei per esempio che, facendo degustare tali vini a un gruppo di persone casuale, i vini di Luce possano trovare in un particolare contesto un generale apprezzamento. E’ fondamentale, infatti, individuare sempre il target del vino in assaggio e il relativo mercato di riferimento. Sostengo spesso con i tanti “esperti” di questo settore, che sia necessario rispettare sempre il gusto personale, di non confonderlo con la competenza, evitando possibilmente di assolutizzare la propria idea. Per me nel complesso un’ottima esperienza, proprio per quanto sostenuto da Frecobaldi di non avere pregiudizi e non rimanere fermo agli assaggi ritenuti prediletti. Invito Frescobaldi a fare altrettanto degustando vini toscani delle tante piccole realtà che producono un sangiovese dalla struttura muscolare, dalla spiccata acidità che ne fanno un vino dal carattere tipicamente complesso. Magari in un futuro non molto lontano sarà possibile incontrarsi davanti ad un calice di “Luce” che metta entrambi d'accordo.

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